Tutto è nato il 4 luglio 2023, dove i Comuni, le Città metropolitane e le Unioni di Comuni, che non hanno concorso alle due precedenti edizioni, hanno pensato bene di aspirare a diventare la nuova Capitale della cultura italiana dell’anno 2026. Una prima vera scrematura c’è stata il 27 settembre, quando le città aspiranti hanno trasmesso il dossier, comprensivo di titolo, progetto culturale, referente responsabile, valutazione di sostenibilità economico-finanziaria e obiettivi perseguiti, con i relativi indicatori, oltre a due sintesi della proposta, una breve e una estesa, corredate da un’immagine esemplificativa per la promozione dell’iniziativa da parte del Ministero. E così sono rimaste in 16. E tra queste città ci sono diversi capoluoghi. Eccole qua: Agnone (Isernia), “Agnone 2026: Fuoco, dentro. Margine al centro”; Alba (Cuneo), “Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia”; Bernalda (Matera), “Ascolto. Mondo, Conoscenza e Mistero”; Cosenza, “Dai Sogni ai Segni”; Gaeta (Latina), “Blu, il Clima della Cultura”; L’Aquila, “L’Aquila Città Multiverso”; Lucca, “Lucca 2026. Abitare la cultura”; Lucera (Foggia), “Lucera 2026: Crocevia di Popoli e Culture”; Maratea (Potenza), “Maratea 2026. Il futuro parte da un viaggio millenario”; Marcellinara (Catanzaro), “L’Incontro nel punto più stretto d’Italia”; Rimini, “Vieni oltre. Il futuro qui e ora”; Treviso, “I Sensi della Cultura”; Unione dei Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino (Perugia), “CulturaXBenessere”; Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena), “Valdichiana 2026, seme d’Italia”; Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana (Arezzo), “Il Cantico delle Culture”, Latina, con la visione positiva di, “Latina bonum facere”, che richiama anche alla bonifica idraulica, che qui è ancora sentita come un marchio di fabbrica, insieme ai laghi costieri e alle dune che s’affacciano sul Tirreno.
La Giuria, formata da sette esperti del mondo della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, verrà istituita con decreto ministeriale di concerto con la Conferenza Unificata: così selezionerà i 10 progetti finalisti entro il 15 dicembre 2023. Poi, questi verranno discussi pubblicamente nelle audizioni da svolgersi entro il 14 marzo 2024. Ciascuna finalista avrà a disposizione 30’ per presentare la propria candidatura, seguiti da una sessione di ulteriori trenta minuti per le domande della Giuria.
La procedura si concluderà il 29 marzo 2024, termine in cui la Giuria al Ministro della candidatura ritenuta più idonea a essere insignita del titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2026. Così, dopo Bergamo e Brescia, Capitale italiana della cultura 2023, il titolo spetterà nel 2024 a Pesaro, seguita da Agrigento nel 2025.